Principi e tecnica del Linfodrenaggio: in cosa consiste il metodo?

Il Linfodrenaggio è una metodica terapeutica strutturata sulla fisiologia del sistema linfatico, che influisce sul drenaggio della linfa e del liquido interstiziale nei tessuti più superficiali del corpo.

La pressione del linfodrenaggio è di circa 30/40 mmHg: una pressione piuttosto leggera che ci consente di attivare il drenaggio della linfa, escludendo l’irrigazione sanguigna, per evitare lo sviluppo di un vero e proprio passaggio dei liquidi ai tessuti interstiziali.

Durante la tecnica è presente una prima fase di pressione, seguita da una successiva fase di rilassamento.

E’ sempre importante mantenere una certa perpendicolarità della mano rispetto alle zone che vengono trattate.

Le principali azioni del Linfodrenaggio:

-Incentiva il ritmo del flusso linfatico.

-Favorisce l’eliminazione dei fluidi in eccesso

-Elimina le sostanze nocive dal corpo

-Aumenta la potenziale risposta immunitaria contro le infezioni.

Il trattamento non deve mai provocare dolore, inoltre il ritmo risulterà sempre denso e cadenzato.

È molto importante creare un ambiente sereno e gradevole per il paziente, senza eccessivi rumori.

Consiglio al paziente di non indossare vestiti comprimenti che renderebbero difficile la circolazione ed il movimento della linfa.

La storia del Linfodrenaggio secondo Vodder:

La scuola di Vodder nasce durante la prima metà del XX secolo. I due coniugi danesi Emil e Astrid Vodder elaborarono delle intuizioni di fronte ai loro pazienti che presentavano alcune malattie infettive croniche delle vie aeree superiori come sinusiti, tonsilliti, riniti.

Iniziarono ad effettuare un massaggio leggero sui gangli linfatici per migliorare lo stato di salute dei pazienti cronici.

Furono loro gli ideatori di quello che poi sarà conosciuto come Metodo Vodder.

Inizialmente questa tecnica fu considerata inutile dalla classe medica, soprattutto in relazione al fatto che Vodder non era un medico, ma un laureato in filosofia.

Nonostante questo, in ogni caso il Linfodrenaggio manuale si mostrava fin da subito molto efficace ed estremamente pratico.

Anatomia del sistema Linfatico:

Un breve accenno sull’anatomia del sistema linfatico:

Il sistema linfatico è costituito da un’insieme di vasi linfatici iniziali definiti ”apparato periferico iniziale assorbente”, che svolgono principalmente una funzione di rimozione di liquidi, delle proteine plasmatiche e delle cellule come linfociti, batteri e macrofagi.

La seconda struttura anatomica è rappresentata dal sistema di conduzione e trasporto della linfa, costituito dai precollettori, collettori, stazioni ghiandolari loco-regionali e tronchi linfatici; i quali, attraverso le grandi vene linfatiche, riverseranno il contenuto direttamente verso il sistema circolatorio sanguigno.

Meccanismo d’azione del Linfodrenaggio manuale:

Una particolarità di tale metodica è caratterizzata da un assoluto e totale rispetto delle condizioni fisiologiche del ritorno linfatico.

Il deflusso linfatico è determinato ed influenzato da due fattori:

-Fattori intrinseci: come le contrazioni muscolari spontanee

-Fattori estrinseci: l’attività contrattile dei vasi limitrofi, i movimenti respiratori e la peristalsi intestinale.

Queste condizioni determinano la pressione endovasale linfatica, stimolando il drenaggio della linfa in direzione dell’apparato circolatorio.

Le situazioni in cui sono presenti dei considerevoli ostacoli al normale drenaggio linfatico, le ritroviamo ad esempio nel caso della linfoadenectomia ascellare o inguinale, nelle fibrosi, nelle alterazioni linfatiche di tipo congenito e nelle cicatrici di grosse dimensioni.

In questi casi sarà molto importante modificare la direzione della spinta delle manovre, verso i quadranti in cui il riassorbimento sarà possibile.

Nel momento in cui, invece, viene eseguita una tecnica errata di linfodrenaggio, che non tiene conto ad esempio dei requisiti giusti, si potrebbe addirittura sviluppare un peggioramento del quadro clinico.

Chi può effettuare il Linfodrenaggio in modo corretto?

Il linfodrenaggio deve essere effettuato correttamente dal personale specializzato, che abbia una specifica preparazione di tipo anatomo-topografico, oltre ad una conoscenza di una corretta pressione, per evitare il collabimento dei vasi linfatici iniziali.

Pressioni troppo esagerate potrebbero determinare l’uscita di citochine ed un’aumento progressivo dei processi di filtrazione locale.

Prima di procedere con il trattamento è molto importante stimolare con movimenti a cerchi fissi le stazioni e le vie linfatiche del collo, in particolare i linfonodi sopraclaveari, che si trovano in corrispondenza dell’angolo succlavio giugulare di destra e di sinistra.

Per gli arti inferiori invece, il trattamento inizia con la stimolazione delle stazioni linfonodali inguinali ed iliache; in un secondo momento si potrà procedere attraverso la stimolazione delle vie linfatiche delle regioni della coscia, della gamba e le zone più distali dell’arto.

Indicazioni e controindicazioni:

L’edema linfatico rappresenta senza dubbio il quadro che più si addice al trattamento.

Tra le altre più evidenti indicazioni vengono annoverate il flebedema, l’edema post-traumatico e post-chirurgico, la pannicolopatia edematofibrosclerotica e le algoneurodistrofie riflesse.

Le principali controindicazioni invece sono rappresentate dai processi infettivi virali o batterici, flebiti, tromboflebiti, linfangiti, neoplasie, insufficienza cardiaca o renale.

Quali sono i principali benefici?

Già dopo la prima seduta il paziente apprezzerà uno stato di profondo rilassamento e benessere generale.

Questa sensazione è legata alla riduzione dell’edema, grazie alle pressioni esercitate.

Generalmente consiglio due sedute a settimana per il primo mese, per poi proseguire con una fase di mantenimento con una seduta a settimana.